I pro e i contro della cannabis light
Sono in molti gli utilizzatori della cannabis light che ne apprezzano le doti, e in particolare la sua capacità di far rilassare senza che tale sensazione si traduca nel cosiddetto sballo. Si può parlare, quindi, di una sostanza che non è pericolosa, la cui storia – per altro – affonda le radici in epoche lontane. Si ritiene che la coltivazione della pianta della cannabis abbia avuto origine addirittura 10mila anni fa, almeno secondo quanto lasciano intuire alcuni reperti che sono stati individuati in Romania e sull’isola di Taiwan. Le popolazioni antiche ricorrevano a questa pianta non solo per fumarla, ma anche in ambito medico, o addirittura per realizzare le vele delle navi, come nel caso dei Fenici.
A differenza di ciò che qualcuno vuol lasciare intendere, la cannabis non rientra nella famiglia degli allucinogeni e degli oppiacei. Questi ultimi, in particolare, provengono dagli alcaloidi dell’oppio, i quali sono presenti all’interno della resina che viene estratta dal papavero sonnifero. Della stessa famiglia fanno parte, a titolo esemplificativo, la morfina e la codeina, ma anche l’eroina, che è un alcaloide semi-sintetico, e gli oppioidi, che sono prodotti sintetici delle lavorazioni in laboratorio. Ecco perché è fondamentale non confondere la cannabis light con gli oppioidi: non solo le loro origini sono molto distanti, ma anche gli effetti provocati sono decisamente diversi.
Insomma, chi decide di acquistare la cannabis light non deve temere di avere a che fare con le allucinazioni tipiche delle droghe psichedeliche, come quelle che vengono innescate dai funghi magici o dall’LSD: non c’è il rischio di avere la mente offuscata, visto che non c’è alcun rilascio di agenti serotoninergici. Essi si legano ai recettori di un neurotrasmettitore da cui dipende la trasmissione di segnali al cervello, la serotonina, e a seconda dei casi inibiscono o agevolano l’invio di messaggi.
Niente di tutto questo accade – e vale la pena di metterlo in evidenza – con il consumo di cannabis light, la quale non contiene al proprio interno sostanze serotoninergiche di alcun genere: questa è la ragione per la quale non ci sono allucinazioni. Semplicemente, l’azione della sostanza viene esercitata sul nervo ottico, così che le sole conseguenze in cui ci si può imbattere sono la comparsa di flash o un certo appannamento visivo. Tali flash, ad ogni modo, non hanno niente a che vedere con eventuali illusioni visive.
Ma chi assume la cannabis light può mettersi alla guida di un veicolo? A tal proposito, gli esperti sono abbastanza concordi nel sottolineare che gli effetti del CBD sulla capacità di guida sono poco significativi. Va tenuto presente, però, che all’interno della marijuana legale ci sono comunque tracce di THC, che in occasione di un eventuale controllo da parte delle forze dell’ordine potrebbero essere rilevate. In ogni caso, deve essere evitata l’assunzione di cannabis light nel caso in cui si soffra di disturbi al cuore o se si ha a che fare con problemi di respirazione. Può essere utile, in questo senso, chiedere un consulto al proprio medico, per informarlo delle proprie abitudini di consumo.